Al mio via, scatenate i pennelli! L’importanza del gioco libero

Al mio via, scatenate i pennelli! L’importanza del gioco libero

La prima cosa che ho fatto per diventare un genitore è stata tornare bambina.

Ho preso la mia infanzia, l’ho riguardata come si fa con i vecchi film che hai amato tanto, e ho salvato le scene che avrei voluto girare di nuovo. Questa volta, nella parte di mamma, insieme ai miei figli.

La maggior parte di questi ricordi non era fatta di semplici immagini, piuttosto di sinestesie: un insieme di frammenti di gioia che aveva a che fare con tutti e cinque i sensi.

C’era l’odore delle matite colorate appena temperate e quello dolciastro della tempera. C’era la sensazione della sabbia tra le dita, il suono delle foglie secche sotto i piedi, le capriole sull’erba e i tuffi nel fieno. C’era il morso ad una palla di neve fresca, il sale che tira sulla pelle al sole, c’erano le mani sporche di fango e le ginocchia sbucciate.

Cosa è stata la mia infanzia, in una parola? Libertà.

C’è una frase che mi fa molto ridere, eppure l’ho pronunciata io stessa più di una volta.

Gioca pure, ma attento a non sporcarti!

Li portiamo al parco, li portiamo al mare, e poi gli facciamo raccomandazioni assurde: “Non toccare la terra! Non sollevare la polvere! Non schizzare acqua! Ma guarda come ti sei conciato con quei colori!” 

Credo di essere una mamma flessibile e giocosa. Ma ci casco anch’io. Perché ho paura che i miei figli si facciano male o che si ammalino. Ma, lo ammetto, anche perché sono stanca. Mi preoccupo di dover passare di nuovo l’aspirapolvere e del pavimento appena lavato. Aiuto, ma quante lavatrici devo fare?

Mia mamma mi prende in giro: “Ale e Gabri, mamma ha ragione! Vi state comportando proprio come dei bambini!”

Io scoppio in una risata, e mi rilasso.

Sporcarsi fa bene al cervello

I miei figli hanno una stanza piena di giochi. Ma non esiste niente che li entusiasmi quanto pasticciare con acqua, sabbia, terra, farina o pittura.

I giochi in cui non ci sono regole, né un modo giusto per giocare, sono sempre i loro preferiti, e in fondo anche i miei.

Non solo sono i più divertenti, sono anche i più importanti. Perché consentono di esplorare un intero universo sensoriale e arricchire il loro cervello. Li aiutano a sviluppare un atteggiamento più aperto alle diverse esperienze, ad essere meno timorosi, stimolano la curiosità. Insomma, li fanno crescere.

Oggi #sonoBuona

Oggi ho raccolto la sfida di Buona per la difesa de #idirittideibambini e ho lasciato i miei figli liberi di esprimersi liberamente, di sporcarsi, di esplorare il mondo e vivere le emozioni dell’infanzia. Liberi di essere solo bambini.

Quanto è più reale e intenso il momento in cui la vita ti esplode dentro e te la senti addosso? Perché i colori, nel momento esatto in cui li tocchi, sembrano brillare di più. E la terra, se ci affondi i piedi dentro, è più comoda di qualsiasi paio di scarpe. Per questo io cammino sempre scalza.

3 comments

Leave a comment
  1. Daniela

    29/06/2017 at

    Mi piace questo post…mi ritrovo nelle tue parole…ps…lo sai che scrivi bene…Pensaci ad un libro anche se immagino non sia facile trovare il tempo!

  2. Carla

    29/06/2017 at

    Bellissimo post Ornella…condivido tutto..anche io spesso con i miei bimbi cado nel tranello del monito “non sudare”, “non ti sporcare”..poi un giorno ho giocato con mia figlia ad invertire i nostri ruoli. Quindi lei, che faceva la mamma, mi ha rimproverato con un secco “bella, datti una calmata!!” E dopo essermi fatta una bella risata ho realizzato con un vela di amarezza che certe volte sono proprio una strega..ma come dici tu, è un comportamento dettato principalmente dalla stanchezza. Però nessuna casa tirata a lustro vale più della felicità di vederli felici. Me lo ripeto spesso, quando lo sfinimento rischia di prendere il sopravvento. Un bacio ai tuoi bimbi 🙂

  3. Silvia

    29/06/2017 at

    Una volta, durante una lezione universitaria, un mio professore se ne uscì con la frase “se sono diventato la persona che sono ora è perché da piccolo ho giocato con il fango”. Ho un bellissimo ricordo di lui, sia come persona che come insegnante.

Mi interessa sapere cosa ne pensi!

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: