Vita da instagrammer e virus da influencer

Vita da instagrammer e virus da influencer

Sono a letto malata da 48 ore. Non passavo così tanto tempo sdraiata e ferma dall’ultima volta che ho partorito, due anni fa. Questo la dice lunga sui tempi di riposo delle mamme.

Non ho la TV in camera e la temporanea interminabile assenza di wi-fi mi impedisce di abbuffarmi di film sull’iPad come vorrei, quindi, annoiata e febbricitante, non mi resta che dormire, leggere e passare un po’ più tempo del solito, quindi troppo tempo, su Instagram.

Più che altro mi intrattengo con le foto degli altri, ché io da sotto le coperte ho ben poco da postare. La visuale è sempre la stessa, e di sicuro al terzo giorno di febbre un selfie non me lo faccio. Attualmente ho il colorito di Topo Gigio, i capelli di Krusty il clown e l’occhio sveglio di Rocky Balboa. 
sex-appeal

 

Se fossi una fashion blogger, pure dal letto mi farei il selfie perfetto ritoccandolo con 37 app diverse e poi commentando: “Che faccia, sono proprio a pezzi!” E tutte a dirmi: “Ma no! Sei impeccabile anche quando stai male!” Ma perché? Perché? Ma neanche quando stiamo male c’è con-cesso essere cesse?

 

Pare di no. Perché Instagram ha dei precisi schemi da seguire. Veramente io li vedo un po’ come dei virus che si diffondono sempre di più e infettano centinaia e centinaia di profili, appiattendoli al punto da non riuscire più a distinguere uno dall’altro. Difficile restarne immuni eh, ci casco pure io.

 

Per esempio oggi è domenica. E la domenica su Instagram ha delle regole precise. Si fa colazione con i pancake, con i muffin o con i donuts. È fondamentale che sia una roba americana, che fa subito glem e ti dà un’aria internescional. Il ciambellone della nonna non è fotogenico. Mangiatelo ma non hashtaggatelo, a meno che vostra nonna non sia #nonnaanto di Clio Makeup.
Poi si esce, la domenica è una specie di regola non scritta. Se no sei un po’ sfigata. Nella vita reale, una gitarella dietro casa di un’ora, perché l’unica montagna che ti puoi permettere di domenica è quella dei panni da stirare e il mare è quello della roba ancora da lavare. Ma su Instagram è un indimenticabile #sunnyday da immortalare inserendo una frase poetica nella caption. Per la prossima gita in spiaggia, segnamoci questa: “Se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri, sei nel posto giusto”. 

 

Arriverà un altro lunedì. Il lunedì è il giorno in cui si ricomincia. Facile: caffè per tutti, tanto lavoro, outfit of the day. Ti vogliamo bella, scattante e pimpante. Se alle 8 sei ancora in pigiama e col trucco sfatto della sera prima, puoi sempre fotografare la tua agenda aperta con una lista infinita di impegni. Hai pochi impegni? Inventali. Ho visto agende con scritto: piegare mutandine, lavare capelli, fare lavatrici. Certo se non te le scrivi certe cose rischi di dimenticartele.

 

Martedì c’hai il blocco dell’instagrammer? Non sai cosa fotografare? Capita a tutte tranquilla. Gioca il jolly fiori freschi! Chi non li ha sempre in casa?
A tutto schermo oppure che spuntano casualmente da un angolino della foto, i fiori riescono a rendere instagrammabile qualsiasi cosa.
Ultimamente ho notato un’invasione di tulipani. O forse seguo troppi profili olandesi? Non lo so.
Comunque, se vuoi distinguerti, non pensare di comprarli da Mario, er fioraio sotto casa, che t’attrezza un mazzetto de’ fiori fra quelli non ancora morti che gli so’ rimasti. Eh no cara, devi andare dal floral designer di grido. Il grido lo fai tu quando ti presenta il conto.
fiori e medicinefiori e frittelle
(vedi come il fiore mi valorizza il farmaco e mi alleggerisce la frittella? Ve lo dico, successo garantito.)

 

Mercoledì mettici i bambini. In posa che sembrano usciti dal catalogo di H&M Kids. Vestiti di tutto punto, stirati e lisciati anche per stare in casa. I bambini di Instagram non sono in realtà veri bambini, ma statuine di cera che i genitori utilizzano come controfigure. Non c’è altra spiegazione. E i neonati? Dormono nudi su una pelle di pecora Ikea con gli Ugg ai piedi o infagottati come un onigiri giapponese sotto un flash di luce bianca naturalissima. Su Instagram, son tutti figli di Anne Geddes.
Gabri e controfiguraAle e controfigura
(foto dei miei figli con le loro controfigure)

 

Giovedì se vuoi puoi tentare anche tu una composizione improbabile.
Instagram è il regno delle inquadrature dall’alto di una superficie piana sulla quale sono più o meno disordinatamente poggiati alcuni oggetti: gli ingredienti di una ricetta, gli ultimi acquisti di make up, quel caos accuratamente studiato su una scrivania che ci fa apparire così impegnate. Chi non ne ha mai scattata una? Però ecco, vediamo di non spingerci troppo oltre. Definisco oltre: assemblare sullo stesso tavolo un paio di adidas, una tazza di caffè, mezzo MacBook Pro, uno spartito musicale, tre macarons, dei fiori secchi sparsi, la reflex, un Daniel Wellington, una manciata di pastiglie Leone, un paio di forbici arrugginite, qualche washi tape, due pigne e il New York Times. Caption impossible. 
Fate una prova: postate una foto così sulla vostra pagina personale di Facebook e aspettate i commenti dei vostri amici. Punto tutto su almeno un paio di “Ma che #zzo stavi facendo??”.
Ma su Instagram è tutto normale: 2564 likes e 56k followerzzz.

 

Venerdì è un altro giorno cruciale su Instagram. L’hashtag #friday è secondo solo a #sunday per numero di post: 35.416088 e 47.280034 rispettivamente. Per rendervi conto di cosa voglia dire, dovete sapere che gli altri giorni della settimana arrivano appena a 8-9 milioni di hashtag.
Venerdì devi essere molto casual, mediamente esaurita, intellettualmente impegnata, ma solo mezza giornata. Se riuscite a condensare tutto questo in una foto, siete dei geni assoluti.

 

E infine c’è sabato, il giorno dei selfie di gruppo. Perché essere social non vuol dire alienarsi, anzi. Abbiamo una vita piena di amici che lovviamo? Fotografiamoli, fotografiamoci e mostriamoli a tutti! Vale anche taggare quattro piatti al brunch, tre bicchieri all’apericena o sei biglietti al cinemino eh.

 

Ma non solo i giorni della settimana, anche le stagioni e le feste comandate su Instagram sono molto importanti. Peccato che siano tutte in anticipo. Natale viene a settembre, tanto che a metà dicembre di foto di lucine, biscotti, addobbi e pacchetti ne hai già piene le palle (di Natale, s’intende). Del resto a ferragosto era già autunno, al mare si va i primi di giugno perché altrimenti le foto delle spiagge deserte ci vengono male, e su Instagram una rondine sì che fa primavera, come pure un bocciolo qualsiasi, una margherita, mezzo raggio di sole, un maglioncino di cotone color pastello da indossare con 4 gradi a metà gennaio.
La ragione di questo scompenso temporale e climatico è dovuta ad un meccanismo semplice quanto malato: l’ansia di essere i primi. 
Perché se non sei la prima a postare la foto dell’ultimo haul con tutte le novità della nuova collezione di un brand che hai scoperto tu, che cavolo di influencer sei? Per lo stesso ragionamento, a casa delle influencer le stagioni arrivano almeno due mesi prima.

 

Perciò ve lo dico, anche a noi Kinder ha mandato un bel pacco di cioccolata per organizzare la #cacciaalleuova. Però io non sono un’influencer, c’ho solo l’influenza, e stupidamente pensavo di darle veramente a Pasqua ai miei figli. Mi sa che sono già in ritardo, come sempre.

 

[Questo è un post autoironico. Mi autoproclamo vittima dei cliché di Instagram. Scorrete pure le foto del mio profilo a ritroso e li troverete tutti, o quasi.]

18 comments

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  1. silvia

    14/03/2016 at

    questo è uno dei post che ti è riuscito meglio, mi hai fatto sorridere e soprattutto mi hai fatto sentire una persona quasi normale, senza influencer e influenza…tieni duro cara, il lunedì è sempre duro per tutti! 🙂

  2. Sonia

    14/03/2016 at

    Ahahah…solo una parola: MITICA!???

  3. Sara

    14/03/2016 at

    Fantastica!! Proprio mentre mi arrovellavo se scattare qualche foto per instagram con la mia colazione e il caffè del lunedì, mi imbatto nel tuo post e inizio la settimana con il sorriso… credo di aver preso anche io moltissimi virus”! 😉

    • Ornella Sprizzi

      14/03/2016 at

      Ma buongiorno Sara! A me il tuo profilo piace tanto e non lo trovo scontato. Mi mette sempre allegria 🙂

  4. mariannissima

    14/03/2016 at

    Ahahahahahah, e poi vuoi che io mi iscriva?!
    Ma se vuoi fare una rivoluzione, sono con te. 😉 Buona influenza, mammamatta.

    • Ornella Sprizzi

      14/03/2016 at

      Cerrrto che voglio che ti iscrivi. Proprio per cambiare le regole!
      Baci Mariannissima, che tanto so che questa tu l’hai già beccata!

  5. mirtia

    14/03/2016 at

    Ciao Ornella!T ‘Ho scoperta oggi..con l’influenza,e nn ti lascio più!!.Non è neanche un mese che son su IG e mi son dannata a capire come funzionasse.Oggi mi è tutto più chiaro grazie a te….e devo dire che ero sulla strada sbagliata,hi hi hi!!!Grazie e a prestissimo!!!Mirtia.

    • Ornella Sprizzi

      14/03/2016 at

      Hahahahhahaha grazie Mirtia! Vedrai che con il mio vademecum raggiungerai ottimi risultati in poco tempo 😀

  6. Eleonora

    14/03/2016 at

    Che dire, ci hai preso in pieno!
    Ormai non se ne può più di ‘sti tulipani 😀 Si saranno estinti!

    E vogliamo parlare delle pluri-lamentele del lunedì mattina? Un MUST!

    ciao bella :*

    • Ornella Sprizzi

      14/03/2016 at

      I tulipani sono bellissimi, ma mi fa sorridere che ci si contagi pure con la tipologia di fiori!
      Povere rose, gerbere, margherite, peonie… 😛
      Il lunedì, qui lo dico e qui lo nego, per me è il giorno della liberazione, altro che weekend. Che io al lavoro mi rilasso 🙂

  7. karina

    14/03/2016 at

    Ornella mi hai fatto passare più velocemente un pomeriggio in un compleanno!!!! Che non ci volevo andare ahahhah. No ma mi hai fatto morire di ridere. Giusto qualche giorno fa su una foto di una mamma su instagram che fa delle foto e ragionamenti pazzeschi era nata la discussione su sti uova . Ma xk ca bene far la mamma blogger ecc perché sono delle fonti di inspirazione ma ne anche postare tutto tutto in base alla pubblicità. Cioè tutto! Anche la carta igienica tra un po! Si perde secondo me il senso di tutto e sembra appunto finto! Io ti adoro cosi come sei semplice!

  8. elisa

    14/03/2016 at

    Grande Ornella!!!mi fai morire!!!????

  9. Giulia

    14/03/2016 at

    Ave Mammamatta!

    🙂

  10. Auria

    15/03/2016 at

    Che articolo stupendo e verissimo. Ahahahah… Mi sa che Instagram mi ha contagiato

  11. Chiara

    15/03/2016 at

    Ormai, Mammamatta, ti considero la mia vicina di casa, anche se ti conosco solo tramite istagram, e pensa che ho vinto anche una tua maglietta…botta de vita(una volta ogni tanto!!) . Sono morta dal ridere leggendo questo post, e non ti nego che spesso guardando le foto di altre mamme mi sono sentita un alieno : super foto, super iquadrature…ma è il bello di esser diverse, orginali e uniche!!
    Continua così….

  12. Tiziana

    15/03/2016 at

    Ciao Ornella,
    ottima ed ironica analisi sociologica del fenomeno IG.
    Anche io…ci sono cascata ogni tanto, faccio outing.
    Vi è un processo di omologazione e sponsorizzazione…che fa divenire la “condivisione” qualcosa di diverso!
    Grazie per questo post!
    Tiziana

  13. mammaalcubo

    15/03/2016 at

    A me la Kinder non ha mandato le uova e non ho nemmeno un pancake o un macaron sul mio profilo Instagram. Non sono proprio nessuno muahahaha

Mi interessa sapere cosa ne pensi!

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