Uuuuh è venerdì! No aspetta, sono una mamma.

Uuuuh è venerdì! No aspetta, sono una mamma.

Non ci sono giorni liberi per una mamma. Ci sono le giornate buone, e quelle in cui ritrovi i colori nel frigorifero. Io le affronto così.

Venerdì. Per molte persone, il preludio a un weekend di riposo e di relax. Per una mamma, il giorno che precede le 48 ore del fine settimana in cui l’intera famiglia richiederà la sua presenza e il suo coordinamento FULL TIME. Yuppi!

Mentre le vacanze si avvicinano, penso che anche quelle non saranno tanto riposanti. Sono un tantino stanca, in effetti. Mi servirebbe una vacanza vera. Una vacanza anche dall’essere mamma, per un paio di giorni. Non si può, eh?

Sono stanca soprattutto mentalmente. Eppure io affronto la mia vita di mamma in modo tutto sommato naïf. Non sono una mamma cervellotica, una di quelle che organizza tutto in modo maniacale, una di quelle che si pone un obiettivo educativo a priori e fa di tutto per raggiungerlo, oppure si immagina un problema che potrebbe sorgere in futuro e fa di tutto per evitarlo.

Forse, probabilmente, sicuramente sbaglio. Ma come mamma, affronto la vita molto alla giornata. Programmo poco, rimugino ancor meno.

Questo non significa che io sia una mamma improvvisata. Naturalmente, ho ben chiari nella mia testa quali sono i valori essenziali che voglio insegnare ai miei figli. Intanto la dovrei smettere di parlare come se fossi una ragazza madre, quindi mi correggo: abbiamo ben chiari i valori che vogliamo insegnare ai nostri figli, che di genitori per fortuna ne hanno due.

Questi valori, però, non si traducono in scelte programmatiche. Non sono mai stata brava a fare programmi. Progetti sì, programmi no. Che fra le due cose c’è una bella differenza. Evadere dalle routine di pensiero è una delle cose che preferisco, è anche una deformazione professionale, mi riesce piuttosto bene.

Odio le liste di cose da fare, odio le costrizioni mentali. Qualsiasi cosa sia obbligatoria mi genera ansia. Voglio vivere così, col sole in fronte, e felice canto, beatamente. La serenità e la leggerezza d’animo sono due ingredienti fondamentali del mio modo di essere. Di essere prima Ornella, e poi anche Ornella la mamma di.

Ma quando sei mamma non si può vivere così. E non è sempre tutto rose e fiori, ovviamente. Non ci svegliamo la mattina con il cinguettio degli uccellini, ma più facilmente con i grugniti di Bimbomatto che non ne vuole sapere di alzarsi, poi di lavarsi, poi di vestirsi, e poi di andare a scuola. E alle 8:30 siamo già tutti stanchi.mattina

Ci sono giornate, nella mia vita di mamma, tutt’altro che leggere e serene. Giornate in cui mi sembra di lottare nel fango, mentre piove, e una giuria mi deve pure mettere il voto.

Quando mi accorgo che le cose non stanno funzionando, quando metto insieme una bella fila di giornate di lotta nel fango, mi si attiva la deframmentazione dei dischi. Per riorganizzarmi e garantire un funzionamento più efficiente delle mie unità, mi scompongo per ricompormi. Mi metto in discussione. Mi metto anche a dieta, se serve.

pomeriggio

Cosa mi salva da tutto questo? Due cose.

Cosa numero uno. Il confronto.

Io sono una, piccola mamma, in un mondo di altri milioni di mamme. Anche loro lottano nel fango, io lo so.

Ogni volta che posso, è ad altre mamme che mi rivolgo per un consiglio, un aiuto, la famosa pacca sulla spalla di cui parlavo nel post precedente. In questi primi anni della mia nuova vita, ho conosciuto consigliere preziose. Alcune non le ho mai neppure incontrate. Zie virtuali dei miei figli, e io dei loro. Sono importantissime per me.

La voce di un’altra mamma può rovesciare una prospettiva, illuminare un momento buio, risolvere piccoli dubbi, scatenare profonde riflessioni, farti ridere di te.

Cosa numero due. Lo studio.

Io sono una, piccola mamma, in un mondo di gente che ne sa molto più di me.

E a me piace imparare. Quindi leggo, cerco, approfondisco, studio e applico.

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Non alla lettera, questo mai. Ché la regola delle costrizioni e delle routine rigide vale anche in questo caso. I miei figli sono i miei figli, non sono genericamente “bambini”. Nessuno li conosce meglio di me.

Tra i testi di comunicazione e strategia digitale, i miei amati classici della letteratura inglese, la saga del Signore degli Anelli e Le Cronache del ghiaccio e del fuoco, nella mia libreria si schierano, un po’ imbarazzati, i manuali di pedagogia.

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Nel canale Youtube di Mammamatta (hey, iscrivetevi!) qualche settimana fa ho caricato una pseudo recensione su alcuni dei testi, con annessi svarioni, alla Mammamatta maniera. Se vi va, guardatelo.

Nel blog vi racconterò invece il passaggio dalla teoria alla pratica. Ci sono alcune difficoltà che devo risolvere, specialmente con Bimbomatto. Quella del sonno è stata e rimane la problematica più grande con lui. A tre anni e mezzo, siamo di nuovo alle prese con numerosi risvegli notturni. Inutile sottolineare che non ce la faccio più.

Ma mettendo in pratica i consigli del libri “Crescere i bambini con la comunicazione non violenta” e “Amarli senza se e senza ma”, di cui vi parlo nel video, stiamo facendo progressi sul fronte capricci, e stiamo comunicando molto meglio fra di noi. Il che non è poco, ve lo assicuro 🙂

Sto saltando di palo in frasca? Sì. Questo post è uscito un po’ così, non so dove voleva arrivare. E’ un post da venerdì, che pretendete.

Magari la prossima volta scelgo il martedì per raccontarvi ancora delle mie quotidiane lotte nel fango.

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