Racconti di fine estate

Racconti di fine estate

Aaaah le vacanze! Non c’è niente di meglio che essere a 1000 chilometri da casa con due bambini sovraeccitati dall’eccesso di ossigeno e iodio che gli arriva al cervello, stressati dallo sconvolgimento di qualsiasi orario e occasionalmente drogati di zuccheri, che vi fanno seriamente dubitare di essere tagliati per il mestiere di genitori.

Andare in vacanza con i figli significa essenzialmente svegliarsi sempre molto presto in un luogo che non è casa vostra. Che può o non può avere una splendida vista sul mare, tutti i comfort che potevate desiderare e le più belle spiagge a soli 5 minuti, ma che, comunque, non è casa vostra.

Se ne accorgono subito loro, che non sono a casa. E contro ogni vostra aspettativa, quando non vi sarete ancora ripresi dallo scarico dei 74 bagagli stipati magicamente in auto, potrebbero piantarvi un capriccio con annesso pianto disperato e crisi isterica perché vogliono la loro cameretta.

casamatta

giochi in piscina

C’è voluta quasi una settimana per spiegare a Bimbomatto che l’espressione “tornare a casa” significava semplicemente “levare le tende dalla spiaggia e rientrare”. Ogni giorno, per sette giorni, rientrando dal mare ci ha chiesto:

“Ora torniamo a casa a Loma?”

“No, non a Roma amore. Siamo in vacanza. Torniamo alla casa con la piscina”.

“Ah, casa con la scina. Va bene.” Con aria di rassegnazione.

Quando finalmente ha smesso, abbiamo rifatto i bagagli per una nuova destinazione. E la faccenda si è fatta ancora più complicata:

“Ale, è ora di andare a casa”.

“Casa con la scina?”

“No amore, l’abbiamo salutata la casa con la piscina, ti ricordi?”

“Non voglio andare a casa a Loma!”

“Ma non andiamo a Roma, stiamo qui adesso.”

“Nella casa gialla? Quella con il letto losso?”

Quantomeno ha trovato i suoi punti di riferimento.

Comunque, dopo qualche giorno di vacanza, ci si ambienta e si stabiliscono nuove routine. Del tipo che ci si sveglia quando ci si sveglia, si arriva in spiaggia quando si arriva, si pranza quando non si dorme, non si dorme quando mamma e papà vorrebbero riposare. Quelle routine fatte così.

In tre settimane, non siamo riusciti a consumare un solo pasto ad un orario normale, e tutti e quattro in contemporanea. I bambini, provati dalle incessanti attività all’aria aperta, chiedevano cibo ad ogni ora del giorno, tranne quelle del pranzo e della cena, nelle quali alternativamente dormivano. Un giorno sedevamo a tavola con Bimbomatto, il giorno dopo con Bimbomattodue.

La maggior parte del tempo l’abbiamo trascorsa al mare. Quel posto fatto di sabbia e acqua dove un tempo si andava per rilassarsi, e che ora assume delle sembianze del tutto nuove.

 

mammamattabros

Le grandiose penniche sotto l’ombrellone lasciano il posto ad intere giornate di giochi senza frontiere al solleone: bagni, tuffi, spruzzi, castelli di sabbia, trasporto di 1789 secchielli di acqua con camminata sui sassi ardenti. Ma tanto, a meno di affittare 4 ombrelloni, l’ombra non è più disponibile, da quando siete genitori.

Nei rari momenti di tranquillità, osservo le altre famiglie in spiaggia: bambini che giocano in silenzio, senza un solo granello di sabbia sulla pelle. Il padre riesce persino a leggere il giornale, la madre si mette lo smalto (giuro).

Ed ecco che si rompe il momentaneo silenzio e i tuoi figli, impanati di sabbia come due cotolette, iniziano lo spettacolo: “Non toccare! Quetta è mia” “No miooo!” contendendosi una paletta arancione e ignorando le altre 27 che hai acquistato proprio per evitare litigi. Perché diavolo non le hai comprate tutte uguali?! La tipa dello smalto alza lo sguardo e abbassa gli occhiali da sole per godersi meglio la scena, puoi giurare di leggerle un sorrisetto beffardo sul viso. E prima che tu riesca a separare i due scavatori molesti, ti arriva una palettata di sabbia in testa.

Abbiamo goduto di cieli meravigliosamente nuvolosi ma c’è sempre stato il sole, in vacanza. In compenso, litigi e capricci come se piovesse. Bimbomatto si offendeva moltissimo se il colore della sua sedia non era lo stesso del tavolo. Al pane bisogna sempre tagliare i bordi, se non volete assistere ad una crisi. Una volta si è arrabbiato perché un biscotto non era perfettamente rotondo. Bimbomattodue invece è definitivamente nel ciclone dei terrible two. Ha iniziato ad aggrottare le ciglia – un’espressone che non gli avevo mai visto fare prima – esclamando dei ferocissimi “NO”.

Ma a dispetto della fatica, dei capricci, delle lunghe giornate e della costante carenza di sonno, queste sono state delle vacanze bellissime. È stata la prima volta, da quando è nato Bimbomattodue, che abbiamo trascorso così tanto tempo in famiglia.

Malgrado le regressioni, gli stravolgimenti e i piccoli passi indietro che spero si risolveranno nel giro di una settimana dal rientro, ho visto i miei figli crescere davanti ai miei occhi.

Quanti stimoli, quanta meraviglia nei loro sguardi. Che bello scoprire la vita degli insetti all’ombra del cortile, formiche che rapidamente rubano le briciole della loro merenda, gechi e lucertole immobili al sole, aquiloni sollevati dal vento del Salento, meduse catturate con il secchiello da osservare nel loro movimento ipnotico.

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mare e cielo

Ho visto Gabri tuffarsi e sgambettare felice seguendo il suo istinto. L’ho anche visto addormentarsi sulle spalle del nonno in acqua, con tutti i braccioli. Ale invece ha passato ore sulla riva a raccogliere piccoli pezzi di vetro limati dal mare: le sue “piete peziose”. Non ditegli mai che sono fondi di bottiglia, le custodisce come un tesoro.

A quante domande abbiamo risposto, quante cose abbiamo raccontato. Ho perso il conto delle nuove parole che ha imparato Bimbomattodue. Ora se dico “ahia”, mi chiede con dolcezza: “atta mae mamma?”, mentre il fratello grande ci stupisce ormai con riflessioni e pensieri partoriti da quella testolina tutta ricci.

Certo, le vacanze dopo essere diventata mamma non saranno mai più quelle di prima. Niente libri da leggere sotto l’ombrellone, meno relax, un po’ di fatica. Ma ora posso fermarmi a guardare il mondo attraverso gli occhi dei miei figli, e tornare un po’ bambina anch’io.

ricercapietre

E mentre settembre ci regala una strana felicità, l’estate addosso ci lascia con una valigia di ricordi e un mare di nuove conquiste.

Se volete sbirciare altre immagini delle nostre vacanze matte, le trovate sul mio profilo Instagram (hashtag #vacanzematte).

Ph Mammamatta

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