A scuola! L’inserimento al nido e alla scuola dell’infanzia.

A scuola! L’inserimento al nido e alla scuola dell’infanzia.

Come accennavo nel post precedente, con l’inizio di Settembre è arrivato per noi il fatidico momento dell’inserimento all’asilo nido per Bimbomattodue e alla scuola dell’infanzia per Bimbomatto. Eh già, perché two is megl che uan.

La vera sfida per Bimbomatto, prima dell’ingresso alla scuola dell’infanzia, è stato l’addestramento all’uso del vasino. È stata un’estate intensa per me e la mia lavatrice, ma ce l’abbiamo fatta. E lui ha vinto una cosa meravigliosa: l’autonomia.

Bimbomattodue il primo giorno di nido ha pianto. Sì, ma quando lo sono andata a riprendere. L’unico commento che fanno le educatrici su di lui è: “ma quanto mangia?!”. Ho preferito non avvisarle perché temevo in un aumento della retta.

Devo ammettere di essere fortunata: entrambi i miei figli si sono inseriti al nido rapidamente e senza problemi. Nonostante tutti e due abbiano passato i loro primi 8 mesi di vita solo ed esclusivamente con la mamma, al momento del distacco mai una lacrima, una boccuccia triste, niente. Quindi le cose sono due: o mi odiano, o sono naturalmente socievoli e aperti verso gli altri.

Ora io sono sola 7 ore al giorno. Vorrei dormire fino a mezzogiorno e fare shopping nelle restanti 3 ore, ma ho giusto altre cento milioni di cose da fare, purtroppo.

Se per voi si tratta della prima vera separazione dai vostri piccoli, probabilmente vi sta cogliendo un senso di smarrimento. Inserimento? Cos’è? Come farò? E quanto dura?

Conosco quella sensazione. Sapevate che questo momento sarebbe arrivato, ma non vi sentite pronte. Non vorreste delegare a nessuno l’accudimento di vostro figlio, perché sentite di essere le uniche in grado di occuparvi al meglio di lui/lei. Il che, naturalmente, è vero.

Nessuna madre in nessun universo potrà mai scampare al senso di colpa che si affaccia ora, per la prima volta, e che vi accompagnerà ogni volta che lo lascerete a qualcun altro. Parlo di quella maledetta vocina nella vostra testa che dice: “lo sto abbandonando, sono una madre di m.”

Persino le donne più devote alla carriera, dopo il primo figlio, vedono vacillare la propria fede e cadono in una sorta di crisi mammo-mistica: “mollo tutto, faccio la mamma a tempo pieno”.

Più piccolo sarà il bambino al momento dell’inserimento, più forti saranno in voi queste sensazioni negative. Sono assolutamente normali.

Ecco 5 piccoli consigli per sopravvivere a questa tappa fondamentale.

1) Iniziate a prepararvi voi per prime. Lasciate il bimbo a qualcuno – papà, nonni, zii – e sparite per 30 minuti. Meglio un’ora, se ce la fate. 100 punti se riuscite a non telefonare o inviare sms per sapere se gli mancate e quante volte ha fatto la cacca.

2) Allenatevi a lasciarli con il sorriso e a riprenderli con il sorriso. Perché i bambini sono come gli squali, fiutano la paura.

3) Cucù! Lo sapevate? Il classico gioco del cucù che si fa con i più piccoli ha una grande valenza educativa, perché risponde ad un’esigenza precisa dello sviluppo cognitivo del bambino: la necessità di imparare che le cose continuano a esistere anche quando non si vedono.

4) Aspettatevi delle regressioni. Questo grande passo può riflettersi in contesti apparentemente distanti da quello scolastico: sonno, pasti, capricci. Perché quando i bimbi affrontano una situazione nuova, raccolgono per quella tutte le energie, togliendole alle altre conquiste. (Naturalmente i miei figli sono regrediti solo in un campo: quello del sonno. Altrimenti non sarebbero figli miei e io non avrei disegnato questa.)

5) Guardate il lato positivo. Scoprirete presto che imparerà a seguire nuove regole (quelle che a casa non ascolterà mai), a stare in un gruppo, a condividere i giochi. Imparerà cose nuove imitando gli altri. E la gioia nei suoi occhi quando vi correrà incontro, all’uscita? Non ha prezzo.

Raccontatemi le vostre esperienze!

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