Bugaboo fa arrabbiare le mamme

Bugaboo fa arrabbiare le mamme

Una mamma top model che corre nel parco. Chi non si identificherebbe nella nuova pubblicità del famoso passeggino Bugaboo?
La polemica che sta infiammando tutte le mamme del mondo.

In una recente campagna pubblicitaria, una super modella ventitreenne corre in un parco indossando un micro bikini firmato. Che c’è di nuovo? Niente, se non fosse che la top model è anche una mamma, e che sta facendo jogging spingendo la figlia nell’ultimo modello di passeggino lanciato da Bugaboo: il Bugaboo Runner.

Quale neomamma non si identificherebbe in questa immagine?

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E infatti la foto, diffusa in anteprima sulle pagine Facebook e Instagram del marchio olandese che ha fatto del passeggino uno status symbol, ha scatenato immediatamente un flame che sta facendo il giro del mondo. Qui, anche il video del backstage dello shooting. Vale la pena di fermarsi un attimo a ragionare su queste immagini.

La mia prima reazione, non posso negarlo, è stata una poco salubre rosicata. Rosico perché io un corpo così non me lo sognavo neppure prima della gravidanza, figuriamoci dopo due.

Nemmeno con tutta la fantasia di cui fortunatamente dispongo riuscirei ad immedesimarmi – e quindi ad identificarmi – in questa scena. Per dirvela tutta, sono ancora qui che mi scervello per capire come si possano incastrare un paio di tette da allattamento in quel micro reggiseno criss-cross. O a domandarmi come sia possibile fare jogging in mutande, senza che lo sfregamento di due cosce che possano veramente definirsi tali faccia partire una scintilla che appiccherà un incendio al parco.

No, quella mamma non sono io. Niente Bugaboo Runner per me. È chiaro che il messaggio si rivolge a tutte le donne che hanno fatto della corsa uno stile di vita, al quale non intendono rinunciare dopo la nascita di un figlio. Forse è qui che sta il problema: io non faccio parte del target.

Quindi la cosa finisce qui? Non credo. Il dibattito che si è acceso ci riguarda tutte perché non ha solamente a che fare con l’annosa questione dicome il corpo femminile viene generalmente rappresentato in pubblicità. Stavolta, arriva a toccare sfere altissime  – o meglio bassissime – di manipolazione della figura femminile, fissando nell’immaginario un preciso modello di donna – e  di mamma – nel post partum. Un modello secondo il quale dobbiamo rimuovere il prima possibile dal nostro corpo ogni segno della gravidanza. Un modello secondo il quale, in sostanza, dobbiamo apparire come se non fossimo mai state incinta.

Proprio mentre scrivo questo post, mi capita di leggere quello di La Nemina. Che si è fatta delle ottime domande e si è data una sacrosanta risposta: “io me ne fotto.” Che altro aggiungere?

Se come mamma il messaggio lanciato da Bugaboo non mi arriva, come pubblicitaria – e scusate se mi riempio un attimo la bocca di paroloni tecnici – non faccio fatica ad immaginare la reason why che ha portato alla definizione del concept delle sue campagne.

Fateci caso, i loro annunci hanno tutti sempre lo stesso stile, e quasi mai i bambini nel passeggino, esilarante!

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(Famme controlla’ se c’hanno messo almeno il bamboccio stavolta)

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(Sto passeggino me risolve pure la scoliosi)

In sintesi: se la mamma che spinge quel passeggino è una top(a) fotonica, le mamme non acquisteranno solamente un passeggino, ma anche  – e soprattutto – lo status di topa fotonica.

Io non ho più bisogno di passeggini, ma lo confesso: se il corpo delle modelle fosse davvero incluso nel prezzo, ne comprerei anche due.

Ma qui si vendono solo passeggini. Delle cariole di stoffa il cui unico destino è quello di venire ricoperti di lordura, crackers polverizzati e sputo.

Quindi chiedo a voi, il caro (letteralmente) Bugaboo, non se la starà tirando un po’ troppo?

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