Quando papà è fuori per lavoro

Quando papà è fuori per lavoro

Questa settimana sono io che accompagno i bambini all’asilo. Di solito la suddivisione dei compiti prevede che io mi alzi per svegliarli, lavarli e vestirli, ma che poi sia il papà a trascinarli ancora mezzi addormentati fuori di casa, a tenere per mano Gabri che comunque inciamperà almeno un paio di volte fino alla macchina perché si abbassa il cappello fin sopra gli occhi e non ci vede, ma se glielo sistemi si arrabbia, e a trovare ogni giorno nuovi spunti di conversazione per togliere ad Ale il suo tipico broncio del mattino e farlo arrivare in classe correndo, col sorriso e la convinzione che senza di lui la giornata a scuola non potrà iniziare per nessuno.

Quando papà è fuori per lavoro, mi sveglio un’ora prima per preparare, fra le altre cose, lo zainetto con la merenda intelligente. La merenda intelligente è una trovata della scuola che impedisce alle mamme poco intelligenti di infilare sempre la stessa merendina con l’olio di palma nel portamerende, ed evita che i figli delle mamme intelligentissime facciano a cazzotti con i figli delle mamme poco intelligenti perché il loro finocchio crudo tagliato a julienne, ammettiamolo, non si presenta invitante come una girella Motta. Così bisogna ricordarsi che il lunedì è previsto un panino per tutti, il martedì la frutta, il mercoledì la pizza – che le madri intelligentissime sforneranno in casa la notte prima – il giovedì lo yogurt, e solo il venerdì sarà concesso un dolcetto, ma che sia homemade, mi raccomando. Non dite a nessuno che io una volta di mercoledì c’ho messo un bombolone fritto recuperato al bar all’ultimo secondo, sperando che gli altri bambini lo scambiassero per una focaccina.

Quando papà è fuori per lavoro, il primo giorno mi complimento con me stessa per la mia efficienza. Mi sveglio alle 6 che ho dormito 9 ore di fila, alle 8 ho già consegnato entrambi i figli alle maestre puliti e pettinati, alle 8:30 sono dalla dottoressa a farmi fare le impegnative per le analisi del sangue e alle 9:30 sono già uscita dal laboratorio con il mio braccio bucato, pronta per iniziare la mia giornata. Bella pà, stai tranqui che ce la caviamo di brutto.

Il terzo giorno, alle 8:25 sono ancora nel mio cortile che trascino Gabri nonvedente lasciando i solchi sulla ghiaia del vialetto, gridando “È tardi! È tardi!”, quando aprendo lo sportello della macchina vengo colpita da un’esplosione atomica di fetore che mi fa indietreggiare di tre passi e abbracciare d’istinto i miei figli per metterli al sicuro. È solo allora che mi ricordo del sacchetto della spazzatura contenente scorie pesanti che avevo caricato il giorno prima nel bagagliaio, ma che poi evidentemente mi sono dimenticata di buttare. Per tutto il tragitto, Gabri si tirerà il cappello fino al naso e Ale mi chiederà cos’è sta puzza e perché viaggiamo col finestrino aperto, che si gela. Ma arriverà in classe comunque con il sorriso perché ha una succosa notizia per tutti: la macchina di mamma puzza di cacca. Pà, quando hai detto che torni?

Lo sai Pà, è quando sei fuori per lavoro che mi rendo conto di quanto il tempo corra veloce. E non parlo del tempo fatto di minuti e di ore – che quello senza di te sembra più lento che mai – ma del tempo dei centimetri di piedi che spuntano all’improvviso, dei pigiami che si accorciano mentre le notti forse finalmente si allungano, del tempo stampato negli occhi di un asinello di pezza sempre più logoro e stanco, ma che fa parte di questa famiglia al punto che, immaginando il giorno in cui verrà dimenticato dal suo migliore amico, non riesco a trattenere le lacrime. Il tempo di ormai brillanti conversazioni in miniatura, capaci di suscitare in orecchie adulte uno stupore nostalgico. E ora anche il tempo di circonferenze che si fanno sempre più grandi e di calcetti che aspettano solo una mano che li raccolga.

Pà qui si cresce, torna a casa presto che ci manchi.

4 comments

Leave a comment
  1. mariannissima

    03/03/2016 at

    Comunque l’ho smascherato ai miei figli che esistono le super mamme. E che le super mamme fanno così. Per carità i super poteri li hanno ma mica li mostrano a tutti! Ogni tanto un bombolone fritto serve a deviare i sospetti e la puzza di bleah ad aprire un varco nel traffico per non fare tardi a scuola.
    Ma vederli crescere con la super vista è il super potere che preferisco.
    Bella mà.

  2. Ramona

    03/03/2016 at

    Ciao Ornella, mi hai fatto sorridere! Devo farti i complimenti per come prendi le cose con il sorriso, finalmente ho trovato una persona come me ?. Altre mamme avrebbero chiamato: mariti, mamme, nonne e i pompieri chiedendosi se fosse entrata una puzzola in auto?. Comunque sei forte e mi dai la carica per affrontare le giornate più cupe, un abbraccio?
    Ramona

  3. Giovanna

    13/01/2017 at

    Scrivi benissimo e sto leggendo d’un fiato tutti i tuoi post!

Mi interessa sapere cosa ne pensi!

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: