I Figli della notte – Il film di esordio di Andrea De Sica

I Figli della notte – Il film di esordio di Andrea De Sica

Andrea De Sica, nipote del grande Vittorio e figlio di Manuel, esordisce alla regia con un thriller esistenziale che racconta il difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta. Quell’età indefinita dove tutto è ancora possibile, ma che spesso viene segnata da esperienze che cambiano inesorabilmente il destino.

I Figli della Notte esce nelle sale il 31 maggio. Io ho avuto l’opportunità di assistere all’anteprima stampa e di sentirlo raccontare dallo stesso regista. Vi racconto perché dovreste andare a vederlo al cinema.

 I FIGLI DELLA NOTTE – TRAILER UFFICIALE

I figli della notte non sono ancora maggiorenni, ma hanno già il mondo in tasca. Sono i figli di una classe superiore, di uomini importanti, di genitori potenti, di padri e madri assenti. Sulle facce sbarbate e impertinenti della loro adolescenza, s’intravede il volto spietato dei dirigenti del futuro. Così è scritto, così deve essere e così sarà.

È proprio per solcare una strada già presa, per seguire un percorso che qualcuno ha già deciso per loro, “per ritrovare il giusto passo”, che sono stati spediti in un rigido collegio per rampolli dell’alta società.

Una prigione per pochi privilegiati, ma pur sempre una prigione. Isolati fra le Alpi, a chilometri di distanza dal mondo reale, è severamente controllato anche ogni contatto virtuale: niente connessione ad Internet e telefono concesso per mezz’ora al giorno. Le famiglie sono solo delle voci distanti, ma questa non è una novità.

“I miei sanno fare le valigie come nessun altro. Vi entra dentro di tutto, compresi i figli.”

Rigore, studio e disciplina, ma nell’offerta formativa del collegio c’è molto di più. Anche le violenze e le minacce dei veterani della scuola, nell’apparente indifferenza di chi dovrebbe sorvegliarli, fanno parte del piano educativo. Lo scoprono ben presto Giulio (Vincenzo Crea) ed Edoardo (Ludovico Succio), due solitudini che s’incontrano per cercare di sopravvivere al senso di abbandono.

Racconta De Sica: “L’idea del film è legata ai miei anni del liceo e ad alcune persone che hanno segnato la mia vita. Questi incontri sono stati la spinta per provare a raccontare un universo giovanile che mi sembrava poco esplorato. La situazione estrema di un collegio è la chiave che ho scelto per confrontarmi con uno dei sentimenti più forti che un adolescente possa sperimentare: l’abbandono.”

“I miei genitori non sono stronzi, è che non dovevano fare figli.”

Giulio ed Edoardo diventano amici fra corridoi deserti e stanze buie, scambiandosi visioni della vita desolate come il panorama che li circonda. Per fuggire dalla realtà che li opprime, si avventureranno di notte nel cuore del bosco, scopriranno un luogo proibito e faranno la conoscenza di Elena, una giovane prostituta. Questo incontro in qualche modo cambierà il destino dei protagonisti.

Ho immaginato una favola nera: una storia di formazione o meglio di ‘deformazione’. I sentimenti più profondi dei protagonisti mi hanno portato nel mondo dei sogni, degli incubi, utilizzando le suggestioni dell’horror come genere che affronta aspetti della mente umana altrimenti intraducibili per immagini.”

Dialoghi scarni, fatti di parole caustiche e bisbigliate. Conversazioni simmetriche, come le inquadrature. Citazioni e aforismi che non lasciano scampo, proprio come le ambientazioni. Nei panorami esterni, i soggetti quasi si perdono, perfetti ritratti di solitudine e abbandono. All’interno del collegio, invece, ogni visuale ci parla di claustrofobie, di drammi interiori e di inquietudini. Corridoi, geometrie e spigoli sono metafore di esistenze costrette in prospettive imposte. Poi tutto si stravolge negli spazi della fuga, dove ordine e rigore lasciano il posto al caos del bosco notturno e alla dimensione psichedelica dei luoghi della trasgressione.

Ho apprezzato tutte le ispirazioni di questo film. Mi piace soprattutto il fatto che non siano per nulla celate. De Sica ci invita quasi a scoprirle una ad una, a guardare e ad ascoltare con più attenzione. Tracce di Salinger, omaggi a Kubrick, richiami a Lynch e alle sue dissolvenze, alla tensione costante, a quella staticità che è solo apparente e preparatoria, come lo stesso regista racconta:

“È un film ambiguo, che non vuole dire tutto fino in fondo. È il finale a rivelare la vera personalità del film, ed è l’unico finale che ritenevo possibile.”

Pur non dicendo tutto, quella de I figli della Notte è una storia che tocca temi importanti e fa scattare nello spettatore una serie di detonazioni. Il fallimento del ruolo genitoriale è solo una di queste e, per ovvie ragioni, quella che mi tocca di più.

Alla presentazione del film, ho chiesto a De Sica di raccontare proprio il ruolo della figura materna nella sua storia e, più in generale, la caratterizzazione dei ruoli femminili. L’unica donna a relazionarsi con il protagonista è infatti una prostituta. Nel video, la sua risposta.

Nato da una idea originale di Andrea De Sica, il film è scritto dallo stesso Andrea con Mariano Di Nardo in collaborazione con Gloria Malatesta. Prodotto da Vivo film con Rai Cinema.

1 comment

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  1. Maria

    25/08/2017 at

    L’opera prima di Andrea De Sica I figli della notte ha ricevuto un \nsostegno in fase di produzione da Idm Film Commission dell’Alto .

Mi interessa sapere cosa ne pensi!

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