Se sei un genitore o stai per diventarlo, se passi del tempo con i bambini, se lavori in un asilo o in una scuola, è indispensabile che tu conosca le manovre salvavita.
I miei figli sono come l’aria che respiro. Io farei di tutto per la loro sicurezza. Ma tengo anche a quella dei vostri figli. Per questo metto da parte l’ironia per 4 minuti, per parlarvi di una cosa molto molto importante.
4 minuti è il tempo che avete a disposizione per salvare la vita di vostro figlio, in caso di ostruzione delle vie aeree, prima che la mancanza di ossigeno causi danni cerebrali, o la morte.
Ogni anno in Italia muoiono 50 bambini per soffocamento: è la seconda causa di morte pediatrica, dopo gli incidenti stradali.
50 bambini, quasi uno a settimana. E due settimane fa poteva essere mio figlio: Gabriele. 16 mesi.
Ho rischiato di perdere mio figlio. Ma perderlo davvero. Stava soffocando con un pezzo di cibo.
Io ero lì, davanti a lui. Sono intervenuta immediatamente e gli ho praticato le manovre di disostruzione che io e mio marito avevamo imparato al corso, qualche mese fa.
Ma non sono riuscita a disostruirlo completamente.
Quando ho capito che le mie manovre non erano risolutive, sono uscita dal mio appartamento e ho urlato e suonato tutti i campanelli finché non è uscito un mio vicino, al quale ho detto poche telegrafiche parole: “118. Ostruzione delle vie aeree”.
A quel punto Gabri era già cianotico, vedevo i suoi occhi azzurri spegnersi, ho pensato che mi stesse morendo fra le braccia.
Secondi, minuti che sembravano anni. Nella mia testa un fiume di pensieri. Ma come un robot io continuavo a dargli colpi sulla schiena cercando di liberarlo. Poi ho iniziato a fargli la respirazione bocca a bocca.
Le sirene. Ci siamo buttati in strada per correre incontro all’ambulanza. Sono accorse persone che tentavano di aiutarmi, suggerendo manovre sbagliate. Io difendevo mio figlio dalle loro mani continuando a correre verso la strada.
I minuti in ambulanza sono stati i peggiori della mia vita. Non respirava quasi più, ho letto la paura negli occhi di Luca e Sara, i due ragazzi della Croce Ross che lo hanno soccorso.
Dopo innumerevoli manovre e con l’ossigeno al massimo, Gabriele ha ripreso colore. Giunti al pronto soccorso, l’intervento definitivo dei medici gli ha liberato le vie respiratorie. Il pianto più bello che io abbia mai sentito.
Vi riporto un estratto di questo bellissimo e toccante articolo del medico e istruttore Marco Squicciarini che ho letto qualche giorno fa e che mi ha fatta piangere.
“…la mamma descrive che all’improvviso ha cominciato a vedere tutto al…rallentatore.
Il tempo – si dice- quando abbiamo paura …rallenta.
Lei non riesce a sentire le grida dei presenti, il rumore della testa della figlia che sbatte per terra, le sedie che cadono, il cancello che sbatte, le urla dei vicini.
NON sente nulla, ha le mani all’improvviso fredde, gelide.
La sensazione che racconterà poi a tutti era quella di trovarsi in una “bolla”.
Una dislocazione spazio-temporale mai provata prima di allora, era entrata in una stanza trasparente dove il tempo è… quasi fermo, dove non ci sono rumori, dove abbiamo la sensazione di un distacco spazio-temporale, che casualmente anni prima aveva sentito definire in una trasmissione televisiva come ” l’OBNIBULATIO del SENSORIO “.
Ma in quei momenti, per i quali ha difficoltà a definire secondi, minuti, ore, mesi o secoli, lei all’improvviso “rivede” quel corso di 6 mesi prima.
Come per miracolo, rivede attimo per attimo le manovre di disostruzione e rianimazione che il medico le aveva mostrato con tanto amore e passione. Le rivede e… le fa proprie.
Ma in realtà le aveva sempre avute con se, dentro la sua mente, ma la scarica di adrenalina la fa scattare e.. comincia a praticare le manovre in sequenza senza fermarsi un secondo, senza bloccarsi mai, senza dubbi, senza sosta; mentre intorno tutto sembra fermo.
Ogni attimo sembra eterno, ogni attimo sembra congelato e sembra che nulla accada.”
In quella bolla ci sono stata anch’io.
Questo articolo mi piace perché risponde alle domanda che tutti i genitori si pongono: “in caso di emergenza, saprei intervenire?”
Se seguirete un corso di disostruzione, se farete pratica, sarà così. Non importa quanta paura avrete, il vostro istinto inserirà il pilota automatico, perché il vostro cervello saprà cosa deve fare.
Bastano poche ore per imparare alcune semplici azioni per salvare una vita. Nessun’altra ora può essere spesa meglio.
Se mio figlio è ancora vivo, devo ringraziare l’Associazione Salvamento Academy e le istruttrici Eleonora Perrone e Simona Colicchia che mi hanno addestrata a Novembre.
E ovviamente Luca e Sara, gli angeli della Croce Rossa.
Per informazioni sui corsi di disostruzione pediatrica e sulle manovre salvavita, potete visitare il sito di Salvamento Academy e quello della Croce Rossa Italiana.
Non aspettate neppure 4 minuti per iscrivervi.
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