Anche i bambini nel loro piccolo s’incazzano.

Anche i bambini nel loro piccolo s’incazzano.

Anche la vostra casa è governata da creature spaventosamente colleriche, facilmente irritabili e precocemente ribelli che avete generato voi?

Gli chiedete di fare una cosa 20 volte, e loro vi rispondono con espressioni imbronciate, pernacchie, sguardi assassini, resistenza passiva o vere e proprie aggressioni verbali e fisiche?

Sembrano adolescenti, ma hanno dai 18 mesi ai 3 anni?

Se avete risposto sì a tutto, giochiamo nella stessa squadra! Vi dò subito una pacca sulla spalla e una bella notizia: non è colpa nostra. I nostri bambini rientrano perfettamente nella norma. Si chiama comportamento di tipo oppositivo, e non solo è una normale fase della crescita, è proprio un passaggio necessario che inizia verso i 18 mesi e raggiunge il culmine verso i 2-3 anni.

Un normale bambino di 14 mesi obbedisce soltanto al 14% delle regole che gli vengono imposte.

Ripeto NORMALE e lo metto in grassetto maiuscolo, così ce lo ricordiamo meglio? A questa età, il conflitto è il loro pane quotidiano. Ci contrastano per dimostrare di avere volontà, desideri e capacità personali. Ad ogni “NO!”, si avvicinano un po’ di più alla conquista della propria autonomia e all’affermazione della propria identità.

Bere l’acqua nel water è proprio una figata! Non glielo lasci fare? S’incazzano.

Quella gomma da masticare spiaccicata sull’asfalto sembra una prelibatezza! Come sarebbe gli proibisci di assaggiarla? Guarda che s’incazzano!

S’incazzano anche per cose insignificanti, assurde o totalmente ovvie, almeno dal tuo punto di vista. Perché il biscotto che gli hai dato ha un angolino spezzato. Perché il pennarello azzurro non è abbastanza azzurro. Perché l’acqua, pensa un po’, è bagnata!

A volte s’incazzano perché fai esattamente quello che ti hanno chiesto. E loro non se l’aspettavano.

assholeparents copia

(Dal profilo instagram @assholeparents. Siamo in tante, non disperiamo)

Se hai un figlio di due anni, rassegnati. Per un po’, ti ritroverai ad affrontare un contraddittorio con un avversario di statura inferiore al metro praticamente 24 ore su 24.

Il fatto che i miei figli abbiano un’età così ravvicinata mi ha permesso di cogliere l’intera evoluzione del processo.

Con due figli di 2 e 4 anni, maschi e con un temperamento forte, sono praticamente un’esperta di Crisis Management.

Ora che Ale ha 4 anni, sembra essere quasi fuori dal tunnel. Ha interiorizzato molte regole. Ha iniziato a sperimentare i sensi di colpa, a sentirsi a disagio quando sbaglia e a voler riparare le conseguenze delle sue malefatte. Ha anche sviluppato un pianto diverso per l’occorrenza. Un singhiozzo disperato che mi smuove le budella e che rende perfettamente l’idea della sua lacerazione interiore, facendomi sentire una madre orribile ogni volta che lo rimprovero per qualcosa.

E’ diventato lui per primo molto rigido e autoritario. Come ama ripetere: “le regole sono regole”, e quindi valgono per tutti, anche per mamma e papà. Guai se mamma alza la voce. “Non si urla”. E se papà tarda a sedersi a tavola per l’ora di cena? Ma dai, stasera c’è la partita in tv e preferirebbe sgranocchiare qualcosa sul divano! “No! Si mangia tutti insieme!”. Chiunque osi trasgredire verrà fulminato con lo sguardo e ripetutamente ripreso dal piccolo controllore.

Ma se Ale sembra essere quasi uscito da questa fase, Gabri ne è appena stato completamente travolto.

gabri in collera

Essendoci già passata, ho elaborato le mie personali strategie per contrastare il più possibile le sue esplosioni di rabbia. Naturalmente, a volte ci riesco, altre volte no. E sono tornata a dedicarmi alle mie letture da mamma per trovare nuovi spunti di riflessione e consigli dagli esperti.

L’ultimo libro che ho appena finito di leggere s’intitola “Capricci, collera, aggressività. Come affrontare le situazioni difficili”.  Tratta per l’appunto il tema delle crisi di collera nei bambini fino a 5 anni, aiutandoci a comprendere quali possono essere le ragioni che le scatenano e alimentano, ma soprattutto offre utili suggerimenti per cercare di evitare i conflitti e indurre i bambini a collaborare.

Tocca un po’ tutti i punti nevralgici: il comportamento oppositivo (ce l’ho), il problema dei bambini che mordono (ce l’ho), la collera improvvisa (ce l’ho), i conflitti fra fratelli (ce l’ho!).

libro

Troverete che a precisi comportamenti vengono associati interessanti antidoti. Sono riassunti schematicamente in numerosi specchietti. Mi è piaciuto molto e vi consiglio di leggerlo, potete scaricare l’introduzione e l’indice per farvene un’idea più precisa.

Io ho fatto subito miei molti dei suggerimenti illustrati nel libro. Vi riassumo qui i principali, insieme ai miei personali consigli di mamma bis 😉

EVITARE CONFLITTI INUTILI

Iniziamo con una bella scrematura. Perché a tutti i genitori piacerebbe avere a che fare con piccole principesse e piccoli Lord, ma ci sono battaglie che non meritano di essere combattute. Prima di fare una richiesta, mi domando sempre: questa regola è importante per loro, per la loro sicurezza, o serve a semplificare la vita a me? Gli sto chiedendo troppo?

Sottopongo una sola richiesta alla volta e possibilmente la giustifico. Cerco di assegnare loro solo compiti adatti alle rispettive capacità, o che sono al limite di ciò che possono fare, per spronarli senza frustrarli. Cerco di essere flessibile e pragmatica: mi costa più fatica riordinare la cameretta da sola o sgolarmi 20 minuti per farlo fare a loro, giocandomi la possibilità poi di metterli a letto tranquilli?

PREVENIRE IL PIU’ POSSIBILE LE CRISI

Scenario tipico. Sei al parco da oltre un’ora ed è tempo di rientrare. Una goccia di sudore freddo ti riga il viso, perché sai che appena pronuncerai la parola “casa”, tuo figlio si aggrapperà con i denti allo scivolo e dovrai trascinarlo urlante sulla ghiaia, sotto gli occhi delle altre madri di bambini apparentemente perfetti.

Perciò li avviso prima, con dolcezza ma con decisione.

Introduco sempre una richiesta. Li preparo a ciò che sta per succedere. Gioco d’anticipo.

“Altri 5 minuti sull’altalena e si torna a casa amore!”. “Ancora due scivolate e poi andiamo.” Meglio ancora studiare un vero e proprio rituale di uscita: “Dai, rifammi quel triplo salto mortale dalla scaletta!”. “Vediamo stavolta chi arriva prima all’albero grande vicino all’uscita!”, “Raccogliamo il solito mazzetto di fiori da mettere nel vaso prima di andare via?”

OFFRIRE DELLE OPZIONI

I nostri figli hanno bisogno di regole, ma anche di sapere che possono prendere delle decisioni in autonomia. Ci sono tante cose che possiamo lasciargli scegliere, proponendo delle opzioni: quali scarpe indossare, con cosa fare merenda, se cenare nel piatto giallo o in quello blu, quale favola della buonanotte leggere.

Riempire le loro giornate di piccoli momenti decisionali li rende meno inclini a imporsi su altre questioni.

Vogliono versarsi l’acqua da soli? La probabilità che allaghino il tavolo è ancora del 97%. Pazienza, lo asciugherete.

Preferiscono gli spaghetti alla pasta di piccolo formato? Sapete benissimo che dovrete scollarli persino dal soffitto. Pazienza, li scollerete.

Mai mostrarsi iperprotettive e sostituirsi a loro in ogni decisione da prendere, per evitare delusioni e attacchi d’ira. Alla lunga, il messaggio che daremmo sarebbe: “Tu sei piccolo, non sei ancora in grado di decidere, quindi lo faccio io per te”. E’ il modo più facile di crescere un insicuro.

MANIFESTARE ATTENZIONE POSITIVA

Rinforzare i comportamenti buoni è molto più semplice ed efficace che contrastare quelli negativi. Anziché reprimere o mortificare un bambino che ha combinato un guaio, è molto meglio sforzarsi di lanciargli messaggi positivi quando mostra spirito di iniziativa o fa la cosa giusta. Un sorriso, una strizzatina d’occhio, un complimento, un gesto dolce. Piccoli elogi contestuali e concreti per fargli capire che gode della vostra attenzione e approvazione.

Perché Ale e Gabri vanno d’amore e d’accordo quando io partecipo alle loro attività o semplicemente li osservo giocare, mentre scatta la rissa appena giro l’angolo? Perché il conflitto è il modo migliore per attirare la mia attenzione.

“Il bambino che si sente amato e che beneficia di un’attenzione calorosa ed empatica da parte dei genitori accetta più facilmente le restrizioni e la disciplina.”

FAVORIRE LA COLLABORAZIONE

E’ chiaro che non possiamo trascorrere tutto il nostro tempo in contemplazione dei nostri figli. Ci sono mille altre attività alle quali dobbiamo dedicarci. Devo finire di scrivere questo articolo, ho una cena da preparare, sarebbe il caso di passare l’aspirapolvere, più tardi mi piacerebbe farmi una doccia.

Potrei provare a spiegare ai miei figli che ho da fare e invitare anche loro a trovarsi un’attività. Ma dopo poco verrebbero ad interrompermi con una lagna o, come dicevo prima, dovrei intervenire io per sedare una rissa. Loro si sentirebbero trascurati, io mi innervosirei e non concluderei nulla.

Perciò li coinvolgo il più possibile in quello che faccio. Mi aiutate a preparare la cena? Passiamo l’aspirapolvere insieme? Pasticceranno un po’ con me, daranno una mano a modo loro per qualche minuto, indubbiamente mi rallenteranno il lavoro e combineranno qualche casino, ma poi si riterranno soddisfatti e cambieranno attività, felici di aver preso autonomamente la decisione di fare altro. E io sarò libera di finire in tranquillità.

FAVORIRE LA CONDIVISIONE

Quando di figli ne hai due, impari presto che gran parte dei conflitti nascono da giochi contesi, piccoli dispetti, rivalità e naturali gelosie. I miei figli vogliono sempre contemporaneamente lo stesso giocattolo, lo stesso pennarello per fare un disegno, ma mai una volta che vogliano guardare lo stesso cartone animato e ovviamente fanno a gara per chi avrà per primo il bacio della buonanotte. Per ora, quando mi contendono mi siedo nel mezzo. Quando saranno tre mi farò circondare!

Verrebbe naturale intervenire continuamente per mediare, rimproverare e responsabilizzare il grande semplicemente perché l’altro è il più piccolo, adottare strategie apparentemente furbe come acquistare tutto doppio e uguale, per fermare i possibili conflitti sul nascere. Io lascio che sbrighino da soli la maggior parte delle loro trattative. Perché nessuno come un fratello può insegnarti a trovare un compromesso, a condividere, ad aspettare il tuo turno, a portare un po’ di pazienza.

Il libro mi ha dato parecchio a cui pensare, io ho ancora molto da lavorare con i miei piccoli. E voi come siete messe?

Capricci, collera, aggressività. Come affrontare le situazioni difficili
di Sylvie Bourcier

Amazon, 11,90€

Capricci, collera, aggressività

19 comments

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  1. Chiara

    19/05/2016 at

    Interessantissimo post!!!! Grazie Ornella! ??????
    Ps mamma di un’appena duenne!!!

    • Ornella Sprizzi

      20/05/2016 at

      Grazie a te di essere passata a leggere Chiara 🙂

  2. Milena

    19/05/2016 at

    Post molto interessante, comprerò sicuramente il libro… Visto che ho un bimbo di 17 mesi che sta iniziando con gli scatti di collera!

    • Ornella Sprizzi

      20/05/2016 at

      Grazie Milena! E in bocca al lupo 🙂

  3. Ilary

    19/05/2016 at

    Questo post è davvero utile, interessante e ricco di spunti! La guerriglia in casa è all’ordine del giorno con una quasi treenne campionessa mondiale di espressioni imbronciate e sguardi assassini.. Tanto da farmi pensare “e io che di figli ne vorrei altri 1000..naaaa non ce la posso fare!”
    E invece si, perché è NORMALE, e sentirlo dire da altre mamme mi fa sentire meno solo e soprattutto meno sbagliata!
    Le crisi per ogni minima cosa passeranno e tutto andrà meglio.
    ..Vero?? ??

    • Ornella Sprizzi

      20/05/2016 at

      Grazie mille Ilary!
      Guarda dai 3 anni e mezzo in poi devo dire che il cambiamento è incredibile. Si trasformano in delle personcine adorabili, e quanto chiacchierano 😉

  4. Valentina

    19/05/2016 at

    Libro mooooolto interessante. La mia petite pest, 3 anni, sembra proprio la bambina della foto, quella a terra !!!

    • Ornella Sprizzi

      20/05/2016 at

      Sì davvero un bel libro! La scenata “mi getto a terra in mezzo alla strada” fa parte del repertorio base O_O Ogni volta vorrei sprofondare!

  5. Chiara

    19/05/2016 at

    Interessantissimo articolo, scritto molto bene! Complimenti, non avevo mai letto i tuoi articoli, ti seguivo solo su Instagram..
    Il mondo ogni giorno è una scoperta..
    Credo acquisterò il libro, nonostante la mia esperienza di mamma di quattro, le strategie non sono mai abbastanza;)

    • Ornella Sprizzi

      20/05/2016 at

      Ciao Chiara! Grazie 🙂 Ti seguo anch’io su IG e adoro le tue foto. Hai dei bimbi bellissimi!

  6. Carla

    19/05/2016 at

    Post davvero interessante! Ho una bimba di due anni e mezzo e uno di sei mesi. Proprio ieri il mio compagno ed io abbiamo dovuto gestire una crisi di collera dovuta al fatto che noi due (dopo una giornata intensa di lavoro) volevamo chiacchierare dieci minuti dei fatti nostri e lei si lagnava di continuo perché voleva che partecipassimo ai suoi giochi e non riusciva a capire il motivo per cui non fosse coinvolta nella nostra conversazione. In questi casi che fare? Ovviamente abbiamo rimandato e ci siamo dedicati a lei, ma alle volte è davvero frustrante constatare il fatto che i nostri momenti di coppia siano sempre più rari. Lei ancora si intrattiene poco con il fratellino, che è troppo piccolo per partecipare e farle compagnia nel momento del gioco. Capitava anche a te con Ale? Eri riuscita ad escogitare un sistema per farlo giocare solo? Ovviamente la sorveglianza di un adulto è indispensabile, ma per il momento noto che senza la compagnia di qualcuno lei trova poco interesse nelle attività che potrebbe fare anche sola. Io paziento e confido nel fratellino, che presto sarà abbastanza “grande” per diventare un buon compagno di giochi per la sorella maggiore.

    • Ornella Sprizzi

      20/05/2016 at

      Ciao Carla, consolati perché anche per noi fare una conversazione in santa pace non è affatto semplice. Specialmente perché l’unico momento utile è la sera quando il papà rientra, e i bambini reclamano giustamente la sua attenzione.
      Per quanto riguarda il gioco in autonomia, Ale ha iniziato tardi a “giocare” in quel senso. E’ sempre stato un bambino molto attivo fisicamente, quindi per lui la casa è una specie di palestra. Tutte le attività che gli proponevo lo intrattenevano per un tempo molto limitato, poi perdeva interesse e ricominciava a muoversi. Solo verso i 3 anni ha iniziato ad apprezzare di più i giochi che richiedono concentrazione, come puzzle o costruzioni.
      L’unica cosa che ha sempre fatto volentieri è colorare!
      Comunque vedrai che appena la piccola inizierà a camminare diventeranno il gatto e la volpe 😉

  7. Manuela

    21/05/2016 at

    Grazie per questo post così interessante! Ho una bimba di quasi due anni e mi ritrovo in quello che scrivi, ed è piuttosto dura….è un momento in cui avevo proprio bisogno di consigli di questo tipo così lo farò leggere anche a mio marito…. baci

  8. Lia

    21/05/2016 at

    Davvero un bel post complimenti..utile e piacevole! (Qui ci avviciniamo ai 2 e i conflitti fioccano)

  9. Silvia

    21/05/2016 at

    Bellissimo post Ornella, grazie mille per aver condiviso queste notizie, non conoscevo il libro, ma lo trovo interessantissimo e lo leggerò sicuramente, perché con due gemelline di ormai 2 anni questi meccanismi sono il nostro pane quotidiano e non sempre si è sicuri di quale sia il miglior modo di affrontarli

  10. Jennifer

    22/05/2016 at

    Allora c’è un motivo per cui dicono i “terrible twos”! 😉 Brava, bel post

  11. Giovanna

    01/08/2017 at

    Finalmente una mamma che non ostenta la perfezione, fasulla il più delle volte, dei propri figli…qui su instagram tutte mi sembrano perfette, sempre felici e con degli angeli al posto dei figli ed io ogni volta mi domando: ma cosa ho sbagliato nella vita??

  12. Elisa Donati

    04/08/2017 at

    Come amo i tuoi post!

  13. Giulia

    23/08/2018 at

    Ciao Ornella, complimenti per il post, diciamo che mi ha rincuorata leggere che molte situazioni che sto vivendo capitano anche ad altre mamme.
    Sono mamma di Tommaso, 16 mesi, morsicatore, schiaffeggiatore e inarcatore di schiena professionista, come dici tu, ogni volta che devo portarlo via da un’attivita’ che gli piace sudo freddo e prego che non ci sia nessuno nei paraggi.
    Per ora riesco ancora a contenerlo, cercando di distrarlo subito con altro ma alle volte e’ dura; ed e’ ancora piu’ dura dover giustificare agli altri il suo comportamento, altri che ti guardano come se tuo figlio fosse un mostro e tu una madre degenere.
    Scusa per lo sfogo :-), leggero’ sicuramente il libro che consigli.
    Buona giornata
    Giulia

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